Casi di opportunismo nell’economia dell’informazione: l’azzardo morale e la selezione avversa

In un precedente post è stata introdotta l’Economia dei Contratti ed è stato spiegato perché i contratti sono incompleti. Da questa incompletezza contrattuale possono derivare dei comportamenti opportunistici di una delle due parti. L’economia dell’informazione studia quali comportamenti possono avvenire nelle ipotesi di:

  • esistenza di asimmetrie informative tra le parti coinvolte;
  • perfetta razionalità dei soggetti;
  • assenza di investimenti specifici nella relazione.

I contratti prevedono un soggetto, denominato principale, che delega o assegna ad un’agente una certa mansione. Il rischio di comportamenti opportunistici deriva esclusivamente dall’esistenza di asimmetrie informative tra le parti. Si suppone infatti che l’agente ha maggiori informazioni a disposizione rispetto al principale. Queste informazioni possono riguardare o alcune caratteristiche interne dell’agente volutamente nascoste, oppure azioni che possono essere svolte sempre in modo nascosto dopo la formalizzazione del contratto. L’agente potrà in questo modo compiere comportamenti opportunistici nascondendoli, in quanto eventuali risultati negativi della relazione possono essere giustificati con l’incertezza dell’ambiente. 

Vediamo ora che tipo di comportamenti opportunistici sono stati individuati nelle ipotesi dell’economia dell’informazione.

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L’azzardo morale

L’azzardo morale è una tipologia di opportunismo post-contrattuale, ovvero che viene compiuta da parte dell’agente dopo la stipula del contratto. Se ne distinguono due tipi:

  1. Azzardo morale ad azione nascosta, quando l’agente compie azione che il principale non ha modo di vedere. Si pensi ad esempio ad un creativo della funzione marketing di un’azienda incaricato di trovare un nuovo slogan per una campagna pubblicitaria. Trovare uno slogan efficace richiede molto tempo in cui non ci sono risultati tangibili, e in questo periodo non si è in grado di verificare se effettivamente il creativo sta pensando alla mansione affidatagli oppure sta semplicemente pensando ai fatti suoi.
  2. Azzardo morale ad informazione nascosta, può avvenire quando ci sono alcune caratteristiche dell’ambiente che sono osservabili e/o comprensibili solo dall’agente e non dal principale. Un classico esempio può essere un tecnico che viene a casa (elettricista, idraulico, ecc.), chiamato in quanto deve intervenire su un guasto di cui noi non conosciamo il motivo e non siamo in grado di intervenire. La diagnosi e il preventivo che farà il tecnico non saranno confutabili in quanto noi non abbiamo abbastanza conoscenze sull’argomento, e quindi ci dobbiamo fidare.

La selezione avversa

Il concetto di selezione avversa riguarda invece i comportamenti opportunistici pre-contrattuali, ovvero quelli antecedenti alla stesura del contratto. L’agente (che ha ovviamente più informazioni riguardo alle proprie caratteristiche rispetto a quante ne può avere il principale) cerca di “vendersi” come migliore rispetto a quanto vale per davvero, il che danneggia il principale che crede di aver ottenuto una certa qualità, ma in realtà ne ha ottenuta una inferiore. Questa asimmetria sbilancia il mercato che tende così a scambiare solo le qualità peggiori, facendo nascere il “mercato dei bidoni“. Questa teoria è stata sviluppata studiando il mercato delle auto usate. La vera qualità di un auto usata è conosciuta solo dal venditore (agente), mentre invece il compratore (principale) si deve fidare. Il compratore è disposto ad acquistare un auto usata al prezzo medio del mercato, ma ovviamente a questo prezzo il venditore non è disposto a vendere le auto che sono davvero in buone condizioni e su cui vorrebbe un guadagno più alto. In questo modo sul mercato verranno scambiate solo le auto di bassa qualità, al prezzo d’incontro tra quello che il compratore è disposto a pagare e quello a cui il venditore è disposto a vendere.

Come limitare l’opportunismo?

In questa teoria i contratti possono essere semplificati come una delega da parte del principale all’agente, che deve svolgere per lui una particolare mansione.

Per evitare le asimmetrie informative e far rivelare all’agente quante più informazioni possibili, il principale può avvalersi di due strategie:

  1. La segnalazione: il principale offre all’agente una serie di scelte (che possono ad esempio essere un menu di contratti), e l’agente tramite la scelta fatta rivela in qualche modo una sua caratteristica o qualità. Si dice così che l’agente invia un segnale al principale.
  2. Self-enforcing dei contratti, si ottiene quando le parti premiano comportamenti corretti e socialmente efficienti della controparte e sanzionano i comportamenti opportunistici. In questo modo o si ottiene fiducia e quindi si incentiva la cooperazione futura, oppure al contrario, in caso di comportamenti scorretti, si cessa del tutto la relazione. È utile soprattutto quando le variabili della relazione non sono facilmente identificabili e misurabili.

Per evitare le azioni nascoste invece, il principale deve incentivare il maggior numero possibile di azioni efficienti dell’agente, che portano ovviamente ad un miglior risultato della relazione. L’incentivo è dato dal fatto che il compenso dell’agente dipenderà dal risultato ottenuto. Il risultato della relazione (y) è proporzionale all’impegno profuso dall’agente (indicato con e), oltre che ad una variabile che rappresenta l’incertezza (θ), quindi y=f(e,θ)Il limite sta nel fatto che il principale non è in grado di stabilire quanto il risultato finale dipenda effettivamente dall’impegno dell’agente e quanto dal caso. Inoltre l’agente è ragionevolmente avverso al rischio, in quanto vuole che il suo compenso sia il meno possibile legato al caso, mentre invece il principale è neutrale al rischio, in quanto si presume che può stipulare diversi contratti e quindi diversificare il rischio.